giovedì 23 novembre 2006

Motivando

Nel film Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton ci sono alcuni dialoghi degni di nota. Tra questi, mi è piaciuto particolarmente quello tra Frank, studioso di Proust che ha tentato il suicidio per amore di un suo studente, e Dwayne, suo nipote. Quest’ultimo ha appena scoperto, con suo grande dolore, di essere daltonico e di non poter partecipare al programma per diventare pilota di aerei militari.
E’ opportuno premettere che il papà di Dwayne è un motivatore di professione, il quale, oltre a non motivare nessuno, non riesce neanche a comunicare efficacemente con la sua famiglia.
Eppure, dove non sarebbe riuscito il papà, che avrebbe probabilmente ripetuto un discorso stereotipato su come il mondo si divida in vincitori e perdenti (durante il film parla spesso in questi termini), riesce inaspettatamente lo zio con una ristrutturazione da manuale.
A Dwayne che esprime il desiderio di voler dormire fino a diciotto anni per ‘saltare’ le scuole superiori e tutto il resto, lo zio risponde che Proust, decisamente un perdente, affermava che i migliori momenti della sua vita erano stati quelli in cui maggiormente aveva sofferto; a questi momenti doveva infatti quello che c’era di meglio in lui.
Frank conclude domandando al nipote “Così vorresti dormire fino a diciotto anni? Pensa a tutta la sofferenza che ti perderesti. Le scuole superiori sono gli anni in cui si soffre di più! Non riusciresti a soffrire meglio che in questi anni”.
Inutile dire che Dwayne non trova alcuna difficoltà a convincersi di quanto lo zio gli sta dicendo e decide di frequentare le scuole superiori.Un’ultima cosa, se andrete a vedere il film, che è ancora in programmazione nelle sale, godetevi la parodia del motivatore che non smette mai di fare (male) il suo mestiere: è un buon ammonimento per quelli che, come me, esercitano una professione analoga, oltre che un invito a saper ridere di alcune nostre deformazioni professionali.

giovedì 16 novembre 2006

Gridando "Al lupo!"

Vi ricordate la storia del pastorello che gridava "Al lupo!"?
In un telefilm della serie Star Trek Deep Space Nine, il dottore della stazione la racconta ad un suo amico.
Per chi non la conoscesse, c'è un pastorello che, per non sentirsi solo, grida "Al lupo! Al lupo!". Gli abitanti del vicino villaggio accorrono e lui dice loro che ha cacciato il lupo con le sue forze. Il giorno successivo e quello dopo ancora, il pastorello grida di nuovo "Al lupo!" e nuovamente gli abitanti del paese accorrono. Il quarto giorno il lupo arriva davvero e, quando il pastorello grida "Al lupo!", gli abitanti del villaggio, ritenendolo in grado di cacciare da solo il lupo, non accorrono più.
Inutile dirvi che fine faccia il pastorello.
Nell'episodio di Deep Space Nine il dottore tenta di spiegare la morale al suo amico e conclude che "non bisogna mai dire le bugie".
Il suo amico lo corregge "C'è anche un'altra morale possibile. Cioè che non bisogna mai dire la stessa bugia!".
Un'ottima prova di flessibilità!