mercoledì 3 ottobre 2012

SOS - Sostenibilità degli Obiettivi Sentimentali (e non solo)

Se dovessi indicare qual è, nella mia esperienza, l'aspetto più critico di un obiettivo, direi sicuramente la sostenibilità.
Un episodio in particolare mi torna in mente come un monito che mi invita a prestare particolare attenzione a questo aspetto.
Muovevo allora i miei primi passi nel coaching ed una donna di circa quarant'anni si rivolse a me per avere supporto in una delicata questione sentimentale.
Lavorai con lei per circa tre quarti d'ora e, al termine della sessione, la cliente, sull'onda dell'entusiasmo, prese una decisione molto incauta.
Decise di dare un ultimatum al suo compagno e, se questi non avesse accettato le sue condizioni, lei avrebbe agito di conseguenza troncando la relazione.
Per quanto l'obiettivo mi sembrasse non sostenibile, confidai nella risolutezza mostrata dalla cliente nell'esprimere quella decisione: sembrava davvero sicura di sé. Considerando, poi, lo stato emotivo con cui si era presentata e la situazione davvero critica che stava vivendo, pensai che avrebbe tenuto fede ai suoi propositi.
Purtroppo accadde quello che accade spesso in questi casi: la cliente si rivelò sì capace di cominciare quanto si era proposta e diede anche l'ultimatum al suo compagno. Fu perfino capace di troncare la relazione quando questi dimostrò di non considerare affatto le sue condizioni. Per un po' riuscì a mantenersi salda nel suo proposito di non rivederlo più, ma dopo un paio di settimane non fu più in grado di sostenere emotivamente la “mancanza” di quell'uomo.
Lo chiamò di nuovo, giustificando a se stessa questa chiamata come un "chiarimento necessario". Cominciò con il chiedergli come potesse rimanere così imperturbabile di fronte alla cessazione repentina di una relazione che li coinvolgeva intensamente da tanto tempo. In breve, avviò nuovamente un dialogo con lui, gli propose di incontrarsi per parlare di persona e quando questo accadde, la passione ebbe la meglio e tutto riprese come prima.
A dire il vero: peggio di prima; poiché il fatto che lei fosse tornata sui suoi passi, lo confermò nell'idea che non potesse fare a meno di lui e che dunque non avrebbe dovuto impegnarsi particolarmente per tenerla legata a sé. In futuro, le manifestazioni di lei, anche quelle più eclatanti, sarebbero state interpretate come semplici sfuriate prive di serie conseguenze.

A partire da questa esperienza ho individuato alcune contromisure che voglio condividere con voi.
  • Valutiamo sempre la sostenibilità degli obiettivi, soprattutto quella emotiva.
    A tal fine possiamo cercare nel nostro passato esperienze analoghe e valutare come ci siamo comportati e quali emozioni sono entrate in gioco. Se tali esperienze sono state fallimentari, evitiamo però di scoraggiarci subito e rinunciare ai nostri propositi. Piuttosto, domandiamoci cosa possiamo fare di diverso questa volta perché le cose vadano nella direzione sperata.
    Se non abbiamo esperienze passate di riferimento, immaginiamo alcuni modi diversi in cui le cose possano andare ed associamoci emotivamente a questi scenari  (questa è forse la tecnica più complessa e talvolta giustifica il ricorso ad un coach).
  • Poniamoci obiettivi reversibili, dai quali possiamo tornare allo stato di partenza o correggere la rotta con un “costo” minimo.
    Per questo può rivelarsi utile frammentare l’obiettivo in micro-obiettivi che ci permettano di volta in volta di valutare la reazione delle persone coinvolte e la nostra reazione alla loro. Un po’ come quando, per baciare per la prima volta una persona che ci piace, ma della cui reazione non siamo totalmente sicuri, ci avviciniamo a lei quel tanto che basta per non esporci eccessivamente e poterci ritrarre nel caso in cui lei per prima lo faccia.
  • Teniamo sempre presente che essere in grado di avviare qualcosa non significa necessariamente essere in grado di mantenerla/concluderla o di saperne gestire le conseguenze. Si tratta di capacità qualitativamente diverse che richiedono la mobilitazione di risorse specifiche, come ad esempio la costanza e la perseveranza nel mantenere fede ai propositi, o la resilienza nella gestione delle conseguenze (anche in questo, un coach può esservi d’aiuto).
  • Coinvolgiamo in corso d’opera amici e sponsor positivi, registrando i progressi compiuti e premiandoci ad ogni piccolo micro-obiettivo raggiunto. Ricordate che la maniera più efficace di premiarci è quella di fare la più piccola cosa che faremmo se avessimo già raggiunto l’obiettivo finale.
Questi accorgimenti, pur essendosi più di una volta dimostrati utili, non ci danno garanzia assoluta di essere al riparo da tutti gli errori di valutazione.
Perciò, se nonostante tutto, non doveste ottenere i risultati sperati, ricordate la frase che Fred Astaire dice a Jack Lemmon nel film L’Affittacamere :  “Più sali in alto, più errori ti sono permessi.  Se ne hai fatti abbastanza, quando sei in cima, quello viene considerato il tuo stile”.

P.S. La cliente, dopo alcune vicissitudini e grazie ad un piccolo stratagemma, riuscì comunque a volgere la situazione a suo vantaggio. Ma questa è un'altra storia...

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